Nel salmodiare numerico della pandemia oggi questa recita:
- 540.000 attuali positivi
- 2.640.000 guariti
- 3.300.000 casi totali
- 103.432 deceduti
Ogni giorno, ormai da un anno, facciamo i "conti" di chi è stato colpito dal virus, di chi combatte per sopravvivere, di chi questa battaglia l'ha persa. Questo ultimo dato è il più drammatico, più di 100.000 morti in un anno, una media di quasi trecento morti al giorno!
Di questo stillicidio quello che rattrista ancor di più è la modalità dei decessi: in ospedale, isolati, senza il conforto e l'assistenza dei famigliari, quasi in uno stato di abbandono. Solo il personale sanitario, con la propria gentilezza, riesce ad alleviare la sofferenza fisica e psicologica dei pazienti.
In questo giorno, ove ricorriamo con la mente gli avvenimenti di questo ultimo anno, il peso di questo funerale infinito ci schiaccia l'animo, facendoci sentire impotenti e fragili. Ma proprio da questi sentimenti deve invece partire la consapevolezza che da questa pandemia si può uscire, seguendo le regole sanitarie, sottoponendoci ai vaccini, sviluppando comportamenti sociali atti alla propria e altrui salute.
Lo dobbiamo a tutte le persone scomparse, ai nostri cari che ci hanno lasciato, che sicuramente se fossero qui combatterebbero con noi per sconfiggere il male e rivedere un futuro senza mascherine e ricolmo di abbracci, di strette di mano, di piazze ricolme di gente e di vita
CHI È AMATO NON CONOSCE MORTE
(Emily Dickinson)
Chi è amato non conosce morte,
perché l'amore è immortalità,
o meglio, è sostanza divina.
Chi ama non conosce morte,
perché l'amore fa rinascere la vita
nella divinità.