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Il termine Mezzana deriva dal latino Mediana / Medianus, nome che nel Medioevo veniva attribuito a quelle località situate nei territori di Pavia, Lodi, Piacenza e Parma «dove sono più frequenti le variazioni del corso del Po (o) circuiti dal fiume e formanti isole o quasi isole» come si legge nel volume "Mezzana Bigli Nella Storia", edito dalla Pro Loco Mezzanese nel 2000. E in effetti la naturale collocazione del paese tra i fiumi Po, Agogna e Scrivia legittima l’uso del toponimo.

 

Divergenti sono invece le determinazioni che accompagnavano il nome dell’antico insediamento. È opinione di Francesco Forte che Mezzana fosse l’antica Mediana Laumellorum, mentre monsignor Goggi attesta l’esistenza nel 1463 di una Mediana Isolaria, di cui era signore Giacomo Corti della Guazzora.

 

Ufficialmente a partire dal XVI secolo, al termine Mezzana fu associata la determinazione Biglia o Bigli, dal cognome della nobile famiglia che nel 1525 era feudataria del luogo. La più antica attestazione relativa a Mezzana Bigli è contenuta nel Contado pavese del 1250: tra i Comuni tassabili della Lomellina compare “Glarea Meçana”, ovvero Gerola con Mezzana.

 

Presumibilmente sin dalle sue origini il territorio di Mezzana Bigli era civilmente unito alla Gerola, nel contado di Pavia. Sia il Pollini sia il Casalis concordano nell’affermare che i primi abitatori di Mezzana Bigli provenissero dalla Gerola e collocano cronologicamente il primo nucleo abitativo in tempi non anteriori al XVII secolo. Secondo Forte, invece, dal XV secolo Mezzana già esisteva come frazione del Comune di Gerola.


A quell’epoca dovevano esistere solo pochi casolari in legno, coperti di paglia (liscia) e recintati da fascine (chiudende). La vita dei primi abitatori della zona, definiti dal Casalis «di complessione anzi robusta che no, e d’indole mansueta», non doveva essere facile. La posizione stessa dell’insediamento non doveva essere delle più felici: circondato dalle acque, ne subiva periodicamente le “variazioni umorali”.

 

Un vivace alternarsi di famiglie feudatarie della zona si registra tra il XIV e il XV secolo. I primi feudatari del luogo furono i Corti e i Sannazzaro. Nel 1355 si registra la presenza dei Beccaria.
Con decreto datato 17 maggio 1525, il nuovo duca di Milano, Francesco Il Sforza, smembrò il feudo di Casei, concedendo Gerola con Mezzana, Campalestro e Guazzora a chi tanto si era adoperato a favore degli Sforza: quel cavaliere era Giovanni Antonio Biglia, membro di un casato milanese di antico lignaggio. Alla fine del Settecento la famiglia Biglia si estinse: le due eredi Pia Anna e Fulvia si unirono in matrimonio con i membri di due differenti casati, Confalonieri e Crivelli, con il conseguente sdoppiamento dell’antica proprietà. In particolare, ad Anna che andò in sposa a Eugenio Confalonieri, discendente di pur nobile famiglia milanese, toccò il possedimento di Mezzana. A Fulvia che si unì in matrimonio con il marchese Crivelli di Milano, toccò parte relativa a Balossa. Sempre nel Settecento i Confalonieri si legarono agli Strattmann, antico casato austriaco. L’ulteriore evoluzione del casato si ebbe nel Novecento, quando Carolina, secondogenita di Eugenio Confalonieri, si unì in matrimonio a un Radice Fossati.

 

Le variazioni del corso del Po non rappresentano solo un evento orografico, ma legittimano dal punto di vista territoriale la separazione tra la comunità di Mezzana Bigli e quella di Gerola, che si verificò nel settembre 1800. Il Comune di Gerola con Mezzana era ormai spezzato in due tronconi di dimensioni comparabili: la non continuità territoriale e le spartizioni territoriali tra la Repubblica Cisalpina e l’Impero Francese sfociarono inevitabilmente nella divisione amministrativa tra Gerola Mezzana con la conseguente creazione di due centri indipendenti.


Nel periodo napoleonico, in seguito all’assestamento politico territoriale della penisola italiana, realizzato il 7 settembre 1800 , il Novarese (cui era annessa anche la Lomellina) entrava ufficialmente a far parte del Repubblica Cisalpina. Con decreto del 6 Brumale anno IX, infine, i paesi situati tra Sesia e Ticino vennero riuniti in un nuovo dipartimento denominato dell’Agogna.
Questo evento segnò in modo determinante la storia del paese.

 

Mezzana Bigli, collocata sulla riva sinistra del Po, apparteneva al Repubblica Cisalpina, mentre Gerola, situata sulla sponda destra d fiume era aggregata all’Impero Francese. L’appartenenza a due realtà politiche diverse, pur essendo la Repubblica Cisalpina un prodotto della Francia rivoluzionaria, determinò la scissione amministrativa. E allora Mezzana Bigli divenne Comune autonomo della Lomellina.

CHE COSA C’È DA VEDERE
La chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista fu realizzata nei primi anni dell’Ottocento, secondo moduli neoclassici, e fu ristrutturata dal Frascaroli nel 1970. Il restauro ha interessato l’aspetto architettonico e ha mirato alla conservazione delle opere pittoriche del Raggi (nella zona absidale) e del Gambini (nelle navate). Lo splendido altare maggiore in stile barocco, su cui si eleva un crocifisso ligneo di grande valore, fu fatto innalzare in marmi pregiatissimi dalla contessa Anna Confalonieri.


Nel presbiterio si possono ammirare due dipinti con storie di San Giovanni e San Pietro Martire. Nelle navate troviamo, a destra, un prezioso altare con tarsie marmoree, in cui è collocata la statua della Vergine. A sinistra si trova il battistero con copertura lapidea poggiante su colonne in marmo. Degni di nota sono la sacrestia in noce, risalente al XVIII secolo, e l’organo Lingiardi. La chiesa della frazione Casoni Borroni, dedicata a Santa Maria Assunta, fu fatta erigere da Anastasia Biglia verso la fine del Cinquecento. Successivamente fu ingrandita e ristrutturata da Fulvia Biglia nel corso del XVIII secolo.


Una grande tela collocata nel coro, raffigurante una maestosa immagine della Madonna Assunta, è degna di particolare attenzione: è attribuita a Gaudenzio Ferrari (1475-1546). L’appartenenza all’esimio pittore non è sicuramente facile da dimostrare; tuttavia, come afferma il Callegaris, l’attribuzione potrebbe anche non essere del tutto illegittima, per diverse ragioni: in primo luogo va ricordato che un’opera del grande pittore è custodita nella chiesa di Silvano Pietra ed è risaputo che i suoi allievi lavorarono in Lomellina. Inoltre, la presenza sul territorio di importanti famiglie milanesi potrebbe avere portato opere preziose nelle chiese di campagna.

 

La chiesa parroccchiale della frazione Balossa Bigli fu fatta erigere dal marchese Crivelli nel 1820 in ampliamento dell’oratorio già esistente nel 1752. Allora si presentava a un’unica navata: nel corso degli anni subì ulteriori ristrutturazioni e ampliamenti. Nel 1895 fu aggiunta una controsacrestia a sinistra del presbiterio, nel 1905 fu aggiunta la navata destra ampliata la vecchia sagrestia: infine, nel 1922 fu realizzata la navata sinistra.

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